Pubblicato il nuovo decreto inerente i CAA: Accolte le richieste degli Agrotecnici
Data:
20 Aprile 2024
È giunta a conclusione la vicenda della “riforma dei CAA”, che si trascinava dal 2020, con anche un pesante scontro giudiziario fra AGEA ed i liberi professionisti.
Sulla Gazzetta Ufficiale del 13 aprile scorso è stato pubblicato il Decreto MASAF 21 febbraio 2024 con i nuovi requisiti di funzionamento che i CAA devono possedere; il testo definitivo accoglie diverse richieste del Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati.
Per contestualizzare la vicenda occorre richiamare le cinque diverse sentenze, del 2023, con le quali il Consiglio di Stato aveva sancito la legittimità della decisione di AGEA di obbligare i CAA ad utilizzare esclusivamente personale “dipendente”, così espellendo dal settore tutti i liberi professionisti; a questo disastroso risultato non era stata estranea l’incapacità degli Ordini e Collegi professionali di affrontare unitariamente il problema, avendo ciascuno seguito percorsi diversi, sebbene tutti identicamente soggetti alla stessa minaccia.
In ogni modo, dopo le sentenze del Consiglio di Stato del 2023, AGEA aveva stretto ancor di più le maglie, elaborando una proposta di riforma dei requisiti di funzionamento e garanzia dei CAA, prevedendo ulteriormente: “l’obbligo di esclusiva” per i dipendenti (che avrebbero potuto solo lavorare per un CAA, con esclusione di qualunque altra attività integrativa o part-time); unnumero massimo di fascicoli per dipendente (fissato in 200, molto basso, che avrebbe penalizzato in particolare le Regioni del Centro-Sud, dove la dimensione media delle aziende è inferiore); una percentuale minima di fascicoli (da definirsi in una soglia compresa fra il 2% ed il 5%) che ogni CAA avrebbe dovuto raggiungere per poter operare nell’ambito di un OPR-Organismo Pagatore Regionale (diverse Regioni ne hanno uno proprio mentre quelle che ne sono prive fanno riferimento ad AGEA, che è OPR nazionale).
Per scongiurare il verificarsi di queste ulteriori ipotesi peggiorative, il Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati avviava una interlocuzione con AGEA ed MASAF con l’obiettivo di ottenere modifiche al Decreto di riforma, infine riuscendovi.
L’Albo degli Agrotecnici intendeva infatti evitare:
– che i dipendenti dei CAA, fermo restando i divieti sul conflitto di interessi, non potessero contestualmente svolgere altre attività;
– l’imposizione di un numero di fascicoli per Operatore eccessivamente basso (l’ipotesi era di 200 fascicoli al massimo per ogni Operatore di CAA), che avrebbe penalizzato i CAA minori e le Regioni del Centro-Sud, dove le aziende sono più piccole e quindi più numerose;
– la fissazione di una percentuale minima di fascicoli per OPR-Organismo Pagatore Regionale che, anche in questo caso, avrebbe penalizzato i CAA dei professionisti, caratterizzati dall’avere un minor numero di aziende ma ciascuna con dimensioni più grandi della media;
e tutti e tre gli obiettivi sono stati raggiunti, con il recepimento nel Decreto delle principali proposte degli Agrotecnici.
Fra queste, di particolare rilievo risulta la riformulazione del comma 4 dell’art. 7, che consente agli Operatori dei CAA una più ampia libertà lavorativa. Il testo del comma 4 è esattamente quello proposto dagli Agrotecnici durante la fase interlocutoria.
Importante anche la fissazione del numero di fascicoli per Operatore in 350 (rispetto alla proposta di ridurre a 200 questo numero); inoltre si tratta di un numero di fascicoli “medio per Operatore”, circostanza che garantisce maggiore flessibilità.
Il Decreto non contiene alcun riferimento alla “percentuale minima di fascicoli” che ogni CAA deve raggiungere per poter operare nell’ambito degli OPR ed inoltre è espressamente indicato (art. 2, comma 1) l’obbligo di rispettare le competenze professionali riservate “agli iscritti agli Ordini e Collegi professionali”.
“Possiamo dirci soddisfatti dei risultati ottenuti -ha dichiarato Roberto ORLANDI, Presidente Nazionale dell’Albo-. Va infatti ricordato che si partiva dall’irrimediabile espulsione dei liberi professionisti dai CAA (a seguito delle plurime sentenze del Consiglio di Stato) e pertanto l’essere in qualche modo “rientrati” nel sistema è un elemento da guardare con soddisfazione.”
Secondo Orlandi gli spazi operativi da ultimo ottenuti si prestano ad essere ampliati in futuro, purché gli Ordini e Collegi professionali Nazionali abbiano la capacità, e l’intelligenza, di realizzare politiche comuni per il bene dei propri iscritti e del settore agricolo.
Ultimo aggiornamento
25 Aprile 2024, 15:44